+

MENÙ

Dove sei: Homepage > Archivio notizie > Dall'incontro di Ferrara un impegno bipartisan per la bicicletta

Dall'incontro di Ferrara un impegno bipartisan per la bicicletta

03-04-2009

Fonte: Ufficio biciclette

Esiste una qualche remota possibilità che anche in Italia, alla stregua dei vicini paesi europei, sia riconosciuta alla bicicletta la dignità di mezzo di trasporto fornendo gli strumenti necessari, anche risorse economiche ma non solo, per favorire la realizzazione di una rete ciclabile nazionale e di servizi adeguati nelle città? L’occasione di una riflessione sull’argomento è stata la tavola rotonda che si è tenuta venerdì 21 novembre, al Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara con la partecipazione di esponenti politici sia di governo che di opposizione. Era stato invitato a prenderne parte anche il sottosegretario del Ministero dell’Ambiente, On. Roberto Menia, la cui presenza sarebbe stata decisiva per portare le istanze della bicicletta in sede governativa.

"La legislazione attuale favorisce la mobilità ciclabile?" è il titolo che è stato dato a questo incontro, le risposte sono arrivate in parte dall’On.Carmen Motta (PD) che ha presentato un progetto di legge per il rifinanziamento della legge 366/98, l’unica legge in Italia dedicata alla mobilità ciclabile da molti anni ignorata dai governi che non hanno provveduto a destinare risorse economiche in sede di finanziaria. Assente anche l’On. Angelo Compagnon (UDC), primo firmatario della proposta di legge per la realizzazione della Rete Ciclabile Nazionale, già presentata nella scorsa legislatura dall’On. D’agrò. L’On. Allessandro Bratti che ha fortemente voluto questo incontro a Ferrara per l’anno dedicato alla bicicletta è convinto che l’attuale situazione economica possa in qualche modo spingere ad una maggiore attenzione verso la bicicletta anche adottando misure economiche di sostegno ai ciclisti che usano la bici per andare al lavoro come è avvenuto negli Stati Uniti con la Bicycle Commuter Act che mette nella busta paga 20 dollari in più al mese per chi usa la bicicletta. A Copenaghen, dove al lavoro va in bici uno su tre, i chilometri di ciclabile sono 320, in Italia oltre il 50 per cento degli automobilisti urbani si ferma sotto i 5 chilometri fra andata e ritorno. Su queste distanze la bicicletta è la soluzione migliore ma occorre investire di più sulle infrastrutture e i servizi per i ciclisti.

Su questo punto le opinioni dei relatori sono state diverse, tutti concordi che mettere in tasca dei ciclisti 20 o 30 euro al mese potrebbe rappresentare poco più di uno spot, ma c’è stato chi come Costantino Ruggero, direttore dell’ANCMA, l’associazione di Confindustria che raccoglie i produttori di biciclette, che ha sostenuto con forza che c’è bisogno di spot per rilanciare l’uso della bicicletta nel nostro paese, proponendo anche campagne e messaggi pubblicitari televisivi.

Che si debba fare di più ne è convinto anche l’On. Guido Dussin (Lega Nord) a cui non sfugge che ancora una volta l’Italia risulta essere divisa in due con il nord che pedala e il resto d’Italia con poche meritevoli eccezioni che continua a preferire l’auto, così come è emerso dalla recente indagine dell’ISFORT, l’Istituto Superiore di Studi sui Trasporti. Il dossier Isfort mette in evidenza come gran parte dei ciclisti "abituali" si concentra nelle regioni nel Nord Italia ed in particolare in quelle del Nord Est: in Emilia Romagna raggiungono il 31,3% della popolazione, in Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia superano il 25%. Viceversa, in tutte le regioni del Sud non si supera la soglia del 10% con punte negative in Molise (3%), Basilicata (3,3%), Sicilia (3,6%) e Campania (4,1%). Molto basso l’uso della bicicletta anche nel Lazio (4,4%).

Il "sindacato" dei ciclisti, ovvero la FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta), presente all’incontro tramite il suo Presidente Nazionale Antonio Dalla Venezia ha posto l’attenzione sul fatto che ci sono interventi che si possono attuare in tempi brevi e a costo zero come la tutela di chi sceglie la bicicletta per andare al lavoro e le tanto attese modifiche al Codice della Strada di adeguamento agli standard europei.

Alberto Fiorillo,moderatore dell’incontro, giornalista di "Il Venerdì di Repubblica" ma anche curatore del rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente ha proposto una ricetta per migliorare le nostre città: la formula del 30-30-30 da raggiungere entro il 2020. "Il primo obiettivo - ha spiegato Fiorillo - è che il 30 per cento delle corsie preferenziali sia protetta, cioè senza la possibilità di invasione da parte degli altri mezzi. Dovrebbero poi diventare più larghe in modo da consentire il passaggio anche alle bici. Un po' come a Copenaghen e a Parigi. Gli altri due obiettivi sono l'estensione delle zone a traffico limitato e con il limite di velocità a 30 chilometri: non solo nei centri storici e nelle zone residenziali ma anche a raggiera verso la periferia, creando corridoi che rendano conveniente pedalare anche sui tragitti lunghi. Il tutto con l'obiettivo di arrivare, entro il 2020, ad un 30 per cento di «mobilità dolce», cioè a basso impatto ambientale."

Relatori concordi anche sul fatto che la Legge 366/98 sia stata una buona legge che ha portato ad un incremento diffuso delle infrastrutture per ciclisti ma che aveva il difetto di distribuire i fondi un po’ troppo a pioggia penalizzando le realtà territoriali più meritevoli. Se si vuole procedere a nuovi finanziamenti, ha sostenuto Dussin, bisogna che i contributi arrivino direttamente ai Comuni che maggiormente si impegnano per la mobilità ciclabile.

Sulla necessità di procedere con intenti comuni su questo tema, indipendentemente dalla collocazione politica, si è soffermato Alessandro Bratti che ha trovato in Guido Dussin una piena disponibilità alla collaborazione."